Capraia, la magica isola che non c’è

Capraia, una piccola isola di origine vulcanica, la terza per grandezza dell’Arcipelago Toscano, dopo l’Elba e il Giglio. Un prezioso gioiello di cui Alice Bollani, di origini modenesi, è profondamente innamorata da sempre, da quando cioè, da bambina (oggi di anni ne ha 39), ci veniva per passare l’estate, nella casa di famiglia. E proprio da quella famiglia parte l’amore per Capraia, a tal punto che oggi in quest’isola tanto piccola quanto suggestiva, Alice gestisce la sua azienda vinicola biologica, La Piana.

L’area, che ha visto tutta la famiglia Bollani impegnata in una difficile quanto sfidante opera di restauro ambientale, sorge dove in passato la terra veniva coltivata dai detenuti della Colonia Penale, dismessa nel 1986. Dopo quella data, con la definitiva chiusura del carcere, la zona sarebbe stata sopraffatta dall’incuria e dalla macchia mediterranea: fortunatamente, l’amore di Alice per queste zone e il suo impegno, unitamente ai suoi cari, hanno riportato la viticoltura sulle sue terre.

E si commuove, Alice, quando parla di Capraia, il suo giardino nel cuore del Tirreno:

Ci vengo coi miei da quando avevo sei mesi. Allora passavo l’estate sull’isola, dove abbiamo una casa. Capraia è un piccolo mondo perfetto, fermo a qualche anno fa. I ritmi sono lenti, scanditi dalla pesca, dai bagni in mare, dalle chiacchiere fino a tarda notte sotto il cielo stellato e dalla nave che arriva una volta al giorno. Servono tre ore di navigazione e d’inverno, con la mareggiata, si può rimanere isolati per giorni. Non ci sono locali, discoteche, aperitivi, boutique. Niente dentista o parrucchiera e per le emergenze solo l’elisoccorso. Ci si accontenta della libertà e della bellezza che l’isola regala. Basta guardare i bambini di qui. Crescono sereni, nella natura. Spero che anche mia figlia, un giorno, se ne innamori”.

Come spesso succede, l’idea dell’azienda avvenne per caso, a seguito dell’incontro del papà di Alice con un giovanotto nativo di Capraia, Stefano Teofili che, per primo, riportò sull’isola l’arte delle viticoltura. Stefano cercava soci e di quel progetto il padre di Alice e il suocero se ne innamorarono, entrando in società. Ora Alice è la titolare de La Piana e si occupa sia della vinificazione che della commercializzazione dei prodotti, pur fra le mille difficoltà che un territorio così piccolo ed isolato può avere come, per esempio, la mancanza di gasolio agricolo o di un’officina…

Il paesaggio attorno alla Piana, nel cuore del Parco nazionale dell’Arcipelago Toscano, è un meraviglioso susseguirsi di filari di Aleatico e Vermentino, con splendidi terrazzamenti rivolti verso il mare. La costa, particolarmente rocciosa, è ricca di anfratti e calette selvagge e solitarie, ideali per una perfetta vita di mare, raggiungibile solo in barca. Quando il mare si ritira un po’, nella zona denominata Cala della Mortola, la natura regala una piccola spiaggia di sabbia, destinata a sparire di nuovo con la prima marea. Altro angolo suggestivo, le scogliere di Cala Rossa, di color ruggine per l’accumulo di antiche colate laviche.

Capraia sfodera il suo animo più solitario ed intenso in inverno, quando è abitata solo da poche centinaia di persone, ma in ogni caso l’isola è una magia 365 giorni all’anno, quando, per esempio, nella seconda parte della primavera, e sino all’inizio dell’autunno, regala emozioni agli amanti del mare, con la sua splendida costa e i fondali da esplorare.

Non partite per Capraia senza pinne, maschera e scarpe da trekking, poiché ogni angolo deve essere vissuto, dagli abissi marini, al territorio mediterraneo, ideale per passeggiate salutari a picco sul mare: l’isola, infatti, è attraversata da diversi sentieri e antiche mulattiere che regalano panorami unici fra l’azzurro del mare e le sfumature verdi della macchia mediterranea: i traghetti della compagnia Toremar la raggiungono con corse giornaliere di circa 3 ore di navigazione, con partenze dal Porto Mediceo di Livorno. Per info e prenotazioni potete visitare ufficiotraghetti.it