
La settimana scorsa sono andato a mangiare al ristorante giapponese, Sakana Sushi, con un’amica. Durante la cena un episodio ha dato inizio ad una discussione: non è triste mangiare da soli?
Premetto che fino a quando non avevo mai fatto un viaggio in solitaria, raramente mangiavo da solo. Preferivo consumare un pasto veloce oppure se ero in casa magari mangiavo davanti al pc come un vero nerd :D. In viaggio il momento del pasto è qualcosa di diverso; vogliamo provare cibi nuovi, vogliamo entrar in contatto con la cultura del posto e se capita anche scambiare due chiacchiere.
La prima volta che ho mangiato da solo in viaggio è stato a Valencia, il locale era un tapas bar vicino l’hotel, vi posso assicura che non sono stato mai solo! Ho parlato e socializzato un bordello per dirlo alla romana. Avevo fatto amicizia perfino con il cuoco, che mi ricordava Sancho Panza. Che ridere e che tipo. 😀
La mia amica mi aveva fatto notare che al tavolo a nastro c’era un uomo da solo che leggeva un libro mentre mangiava. A me non è sembrato così strano, anzi spesso in viaggio faccio la stessa cosa. A lei quel tipo è apparso bizzarro solo perché stava a cena da solo con un libro. In Italia il pasto è considerato un momento di socializzazione e quando si vedono episodi come questo si pensa sempre che il poveretto sia uno sfigato! Ma una persona non è libera di stare in un locale a mangiare come tutte le altre? Boh. La discussione come previsto è finita con la classica frase:; va beh ma non tutti siamo folli da partire da soli come te! Per me il vero viaggiatore è solitario, si l’ho detto, viaggi da solo.
Quando mi concedo un viaggio così, ragazzi non potete capire quanto mi manca, scelgo accuratamente il ristorante dove mangiare. Generalmente evito i ristoranti acchiappa turisti per capirci quelli che hanno i famosi menu turistici. Sono luoghi dove di locale c’è se vi dice bene solo il proprietario! Preferisco girare, chiedendo magari, e trovare un buon ristorante. Trovato mi scelgo un menu con i piatti tipici e poi mi godo il momento del pasto.
In Spagna spesso mi è capito di conversare con persone sedute al tavolo vicino al mio o con il cameriere. Se proprio vi sentite soli consiglio di portare con voi un libro e di leggerlo. Non è strano, vi assicuro che è una cosa normalissima che fanno milioni di backpackers!
Cercate di non prendere troppo sul serio il pasto. Mangiate non per il piacere di parlare e di condividere come succede in Italia ma fatelo solo per il gusto che vi regala il cibo. Se non siete dei grossi mangioni allora optate per un MC o per del cibo da strada. Veloce e in dolore.
Mangiare da soli non è da sfigati. Non fatevi condizionare da questo stupido pregiudizio. Nessuno in un ristorante farà caso a voi. Il 99% della gente ha problemi più seri che quello di pensare a voi.
Che ne pensate? In viaggio mangiate un boccone veloce o vi gustate tutto il momento del pasto? 😉
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9 Risposte a Il pranzo e la cena del viaggiatore solitario
Federica
febbraio 28th, 2012 alle 09:30
Ho mangiato da sola due sole volte (più o meno) ed è capitato sempre a Roma. Mi sono annoiata alla grande, non mi è piaciuto e non lo rifarei. Forse mi devo allenare meglio per questo ma mangiare da sola per il momento non mi piace affatto -.-
ILaria
febbraio 28th, 2012 alle 13:32
È capitato anche a me di mangiare da sola a Roma e un po’ mi faceva strano, speravo di poter far due chiacchiere con i camerieri..ma niente. Poi al tavolo accanto al mio è arrivata una signora e volevo fare conversazione con lei, tra l’altro (la vedevo di fianco, non in faccia) mi sembrava triste..ma anche con lei niente da fare. Anzi, quando mi sono allontanata per andare in bagno ho erroneamente lasciato la borsa sulla sedia e questa signora ha subito allungato le mani per rufolarci dentro!
A parte questo episodio ritengo comunque che il mangiare da soli sì possa essere interessante 😉
Giuseppe
febbraio 28th, 2012 alle 15:27
@Federica
Strano a Roma i camerieri sono simpatici e quasi sempre ci provano con le belle ragazze. 😀
Prima di partire da solo anch’io facevo fatica poi ho imparato a star bene anche da solo ed apprezzare il pranzo per quello che è: un momento per soddisfare lo stomaco. 😛
@Ilaria
Ahahah che sfiga e che tipa. A Roma non sono tutti così ti assicuro. A mangiar da soli non è male e non ci vedo niente di strano a farlo, al contrario di molta gente che rimane un po’ chiusa mentalmente, come lo è stata la mia amica.
sandro
febbraio 28th, 2012 alle 17:16
La trovo una cosa estremamente affascinante, un po ‘malinconica, ma senz’altro uno dei momenti migliori di un viaggio in solitaria, specie per me che vado in bici e che alla sera mi mangerei pure i tavoli
Intendiamoci, parlo di cominciare la cena da soli, ma poi chissà, forse dopo si attirano anche le compagnie, ultimamente a Tirana ero sono andato in un ristorante da solo e sono finito per mangiare con un motociclista finlandese che voleva chiacchierare e alla fine mi ha pure offerto tutto.
Federica
febbraio 29th, 2012 alle 00:46
Mi dovrò allenare meglio allora…magari è tempo di un viaggio in solitaria anche per me.
L’unica cosa è che io il pasto lo vedo proprio come un momento di condivisione, io sono una di quelle “prendiamo due cose diverse e poi facciamo metà” o che prendono dal piatto dell’altro così senza chiedere (ovvio, dobbiamo almeno conoscersi) e il pasto è un momento di condivisione proprio come il viaggio. La prossima volta mi impegno
Cristiano
febbraio 29th, 2012 alle 17:11
In viaggio l’ho fatto molte volte, a Londra capitava spesso e anche in Asia è praticamente una consuetudine.
Non mi crea problemi… anzi, alcune volte mi ha dato la possibilità di rilassarmi e organizzarmi a livello mentale sul da farsi.
Di norma sono come Federica, amo condividere cibo e socializzare ma quando viaggi in solitaria si fa presto se vuoi farlo impieghi un secondo, come dicevi tu nel post.
Una cosa in più: il libro a tavola, nel codice dei viaggiatori (soprattutto backpackers) vuol dire “Non voglio essere disturbato”… è bene saperlo nel caso si voglia invece socializzare.
ciao ciao e… bel post davvero!
ALESSANDRO
marzo 28th, 2012 alle 11:44
A volte quando sono solo e ho voglia di coccolarmi vado nei migliori ristoranti ,magari mai provati, per deliziarmi di novità culinarie e osservare la gente.A volte vado nei miei ristoranti preferiti a assaporare le cose che già conosco e che so piaccermi,anche li osservo nuovi e vecchi avventori magari con compagnie diverse dalle altre volte….e faccio collegamenti e congetture.Mi rilasso,mi diverto pure e veramente godo , un orgasmo per il palato :)Ho visto anche gente leggere , io a volte preferisco usare lo smartphone e collegarmi a internet. Saluti cari a tutti
lauretta
maggio 7th, 2013 alle 11:34
A me onestamente mangiare da soli non pare proprio da sfigati. Anzi, secondo me ha più problemi chi non riesce a farlo perchè si sente “Sfigato”. Non c’è niente di sfigato nel pranzare soli. Io lo faccio continuamente, tutti i giorni a pranzo, e non parlo di pranzi in casa o della mancanza di possibilità di mangiare con i colleghi. Scelgo volontariamente la solitudine per ricaricare le pile, fare una pausa dalle parole, pensare, guardarmi attorno, riflettere, leggere un buon libro. E quell’ora vola.
Non sono sociopatica, semplicemente penso di essere in grado di rimanere da sola con me stessa senza andare in crisi.
ivana
maggio 18th, 2015 alle 11:47
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amo socializzare e stare in compagnia, ma trovo affascinante mangiare da sola al ristorante—mi è sempre piaciuto fin da bambina fingere di essere in viaggio da sola—ora sono anziana e trovo ancora bello mangiare sola soprattutto quando viaggio—-